La religiosità popolare, che sembrava destinata ad un lento declino, ha ripreso vigore nel mondo cristiano e nelle altre religioni. In questa prospettiva, l’autore rivisita l’evoluzione della leggenda della madonna di Gulfi. Essa ha due anime. L’una, quella popolare, tramanda una narrazione e intuisce la sua rilevanza per l’identità religiosa della comunità. L’altra, quella dotta, rimane alla superficie della leggenda e ricerca invano una base storica.
L’analisi di Giuseppe Burgio, invece, presenta la comunità tamil di Palermo la quale integra nella tradizione induista le immagini del culto cristiano e di santa Rosalia in particolare.