Una Pasqua di gratuità

Quest’anno, i tradizionali auguri di Pasqua sono appesantiti dal pensiero del terremoto in Abruzzo. Un dramma che ha colpito migliaia di uomini, donne, bambini e che farà sentire i suoi effetti ancora per tanto tempo. Il pensiero va alla nostra fragilità dinanzi ad eventi che non possiamo controllare, ma anche all’incosciente avidità che sacrifica al vile guadagno ogni buonsenso, e che per aumentare la redditività mette a repentaglio la vita di tante persone. Palazzi costruiti in zone sismiche senza le dovute attenzioni e che ora si sbriciolano seminando devastazione e morte. Allora si levano tante lacrime di coccodrillo, perché quando la tragedia sarà dimenticata tutto ricomincerà come prima, e le ragioni economiche prevarranno su quelle etiche.
È un circolo di forze in cui siamo ricacciati in maniera più o meno consapevole, catturati da un vortice in cui domina la produttività, l’ottimizzazione. In cui la dimensione quantitativa del tempo annulla la sua dimensione qualitativa, ma soprattutto in cui la centralità dell’io annulla il “noi”. È l’epoca dell’individuo atomizzato, dell’ipertrofia dell’io. Un epoca in cui spesso le relazioni sono strumentali, in cui “l’altro” è solo una sagoma che ci passa accanto e verso la quale non rivolgiamo attenzione.
La gratuità ci abilita, invece, a tessere relazioni autentiche e l’altro diventa persona da accogliere e da aiutare affinché possa esprimere le sue potenzialità; se la perdiamo di vista, si impone un costume realistico e cinico in cui vige il distacco, il conformismo, l’appiattimento verso il basso, la sonnolenza intellettuale, l’adattamento e l’indifferenza.
È necessario che ritrovi slancio dentro di noi la gratuità. Non facciamoci mettere addosso una targhetta con un prezzo. È questo che stiamo facendo, nel momento in cui la nostra vita vale meno di adeguate misure antisismiche in un palazzo, in cui i rischi per la nostra salute vengono considerati marginali rispetto agli interessi delle grandi lobby.
L’augurio è che questa possa essere una Pasqua di dignità e di rinnovate attenzioni verso chi soffre, ha bisogno di un aiuto e della mano tesa di un amico.

Lo staff dell’Arrupe